Urlo

Urlo” URLO “

di

ALLEN GINSBERG

Produzione: La Feltrinelli – Bari
Contrabasso: Muzio Petrella
Sassofono: Gianni Binetti
Voce recitante
2011

 

Urlo di Allen Ginsberg, eclettico poeta americano, ebreo e omosessuale, è stato scritto nel 1955 ed è dedicato all’amico Carl Solomon. Si tratta di un poema con un linguaggio palesemente provocatorio, processato nel 1957 per oscenità. Ma il giudice rilevò che Urlo, malgrado i suoi passaggi scandalosi, conteneva un significato sociale, era cioè una denuncia contro il materialismo, il conformismo e la meccanizzazione che minacciavano l’America. In realtà il poema è un grido di dolore e di protesta contro l’America, feroce matrigna, ma è anche colmo di tenerezza e non è privo di alcuni passaggi umoristici. E’ suddiviso in tre parti più una nota addizionale.
La prima parte è la più conosciuta e descrive in versi rapidi scene, personaggi e situazioni tratte dall’esperienza dell’autore e di quelle della comunità di poeti, artisti, politici radicali, musicisti jazz, emarginati, drogati e pazienti psichiatrici che egli aveva incontrato. Tanti anni dopo, ricordando la genesi di Urlo Ginsberg disse: “Avevo una macchina da scrivere di seconda mano e usavo carta scadente. Non avevo niente da guadagnare, avevo cominciato a scrivere con l’idea non di fare una poesia ma di dare forma alle mie immaginazioni, che avessero o non avessero valore”.
La seconda parte è un lamento-denuncia nei confronti dello stato americano, chiamato ’Moloch’, antica divinità del fuoco alla quale i genitori sacrificavano i propri figli. A questo proposito Ginsberg precisò: “Mi ubriacavo di Peyote. Vidi sugli ultimi piani di un grande albergo un’immagine del teschio robot di Moloch che fissava nella mia finestra. Qualche settimana dopo mi ubriacai di nuovo, il viso era ancora lì nella metropoli rossa fumosa del centro, scesi giù per Powell Street mormorando Moloch, Moloch tutta la notte e scrissi la seconda parte di Urlo quasi senza correzioni nella cafeteria ai piedi del Drake Hotel”
La terza parte è direttamente indirizzata a Carl Solomon, che Ginsberg incontrò mentre stava visitando sua madre in un ospedale psichiatrico a Rockland, nello stato di New York, e descrive le esperienze, le paure e le speranze condivise dai due.
La nota finale è caratterizzata dal ripetitivo e ottimistico ’Holy!’ (’Santo!’): è un invito a non dimenticare ciò che è santo e vero nella vita.
Le premesse dell’opera sono nelle radici stesse dell’America del tempo, appena uscita dalla seconda guerra mondiale, ricca di grandi speranze democratiche e pronta a lanciarsi nell’avventura del Welfare State per garantire a tutti eguali opportunità. Nello stesso tempo l’America del periodo è attraversata da un clima di paura determinato dalla guerra fredda e dal forte sospetto di attività antiamericane (maccartismo), con influenze comuniste, periodo durato dai tardi anni quaranta fino a circa la metà del decennio successivo. In questo clima di bigotteria sociale e culturale esplodono gli autori della Beat Generation (Jack Kerouac, William Burroughs, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti) e a dare il via è senza dubbio proprio Urlo di Allen Ginsberg, nella cui formazione letteraria si possono rintracciare echi di Blake, Whitman, Rimbaud, Ezra Pound.

Lino De Venuto

La lettura prevede alcuni brevi passaggi tratti da Kaddish, lamento funebre scritto da Ginsberg in occasione della madre morta in manicomio.
L’ordine della lettura è : parte seconda, parte prima, parte terza, nota addizionale.