Nietzsche

locandina nietzsche

“ NIETZSCHE ”

Drammaturgia e Regia: Lino De Venuto
Produzione: Breathing Art Company – Bari
Personaggio: Nietzsche
2008

 

 

 

 

Nietzsche a teatro? Un esperimento! Le sue opere, le sue lettere e la sua biografia richiedono una lettura attiva, mai definitiva, un avvicinamento lento, progressivo e silenzioso, certamente lontano dai clamori e dalle frenesie della ribalta; ma è pur vero che Nietzsche è un filosofo-scrittore-poeta dal linguaggio forte, un potente affabulatore che riesce a far andare a braccetto arte e filosofia, psicologia e pedagogia. Si dice che sia ai primissimi posti fra gli stilisti di tutti i tempi, e si dice inoltre che questa sua grandezza lo danneggi, perché oscura la grandezza ancora insondata del suo pensiero. Heidegger osservava che Nietzsche, “l’ultimo filosofo tedesco che ha cercato appassionatamente Dio, per farsi ascoltare ha dovuto gridare, soffrì il supplizio di dover gridare” e questo suo lungo lancinante grido ha finito col soffocare la mezza voce, la voce sommessa, il sussurro, i toni assolutamente delicati, che pur sono presenti nella sua scrittura. E l’uomo Nietzsche? I teatranti, ma non solo, sono peggio dei vampiri, non si accontentano di succhiare il sangue, scavano nelle più profonde interiorità, vogliono afferrare l’uomo, la sua anima nuda: e possono scoprire, come in questo caso, che l’uomo Nietzsche, nel suo privato era uno degli uomini più silenziosi e timidi. Colui che predicava la durezza verso se stessi si commuoveva facilmente, il transvalutatore dei valori, il trasgressore, l’immoralista, era un uomo tutto d’un pezzo, ligio alle regole, con un rigorosissimo senso del dovere che non lo abbandonerà per tutta la vita. Ancora: il critico feroce della borghesia era attentissimo al decoro borghese. Lou Salomè, che per un certo periodo gli fu vicino, scriverà che nella vita di ogni giorno era di una grande cortesia e di una mitezza quasi femminile: si era fatto crescere i baffoni per sembrare un po’ più virile! Fra l’uomo Nietzsche e lo scrittore Nietzsche, quello che gridava, c’era una dissonanza stridentissima che colpiva quelli che lo conoscevano personalmente. Mazzino Montinari, che per vent’anni si è districato fra le sue carte originali, affermerà senza mezzi termini che nella vita pratica, nei rapporti con gli altri, Nietzsche era un tölpel, volgarmente un imbranato. D’altro canto, perché meravigliarsi, lui lo aveva detto: “Io sono una cosa, i miei scritti un’altra!” oppure “Si è fecondi a patto di essere ricchi di contrasti”. Il prezzo da pagare? La malattia! (emicranie, mal di stomaco, semicecità, di tutto di più). Un dolore e una malattia però assunti coraggiosamente come passione, posti al servizio della conoscenza, una malattia, che si alimentava di sé e dalla quale ogni volta risanava, si rigenerava, rinasceva, ritornava, liberando più forti energie creative. Nietzsche è consapevolmente un esperimento, l’esperimento di se stesso. Il suo pensiero (ancora carico di futuro), a centoventi anni dalla sua morte, non perde la sua bruciante attualità perché parla dell’uomo, delle sue strutture interiori, universali, eterne. Pur se spesso frainteso, non ha Nietzsche contribuito ad accendere e a tener desto il fuoco della ricerca, il dibattito, i forum, la circolazione delle idee in milioni di uomini? Non è Nietzsche diventato, col passare dei decenni, l’interlocutore privilegiato del pensiero contemporaneo con cui ogni pensatore sente il bisogno di misurarsi? Non ci ha forse invitato a prendere distanza persino dal suo stesso pensiero? (“L’uomo è ponte, transizione, va superato!”).
E tutto questo, non è oggi una dimostrazione della fecondità e vitalità della sua opera oltre a quella, naturalmente, dei suoi numerosi e qualificati interpreti?
La rappresentazione, che include atmosfere coreografiche curate da Simona De Tullio, percorre con più insistenza, la parte centrale dell’avventura umana, intellettuale ed artistica di Nietzsche, privilegiando l’accento sulla figura del viandante: alla voce storica del filosofo fanno da controcanto situazioni di vita privata (Nietzsche adolescente, Nietzsche Professore, Nietzsche- Wagner, Loù Salomè, Elisabeth Nietzsche) ciascuna delle quali rivela le tante anime di una personalità multiforme, ricca e complessa. Nietzsche, in fondo, è un grande specchio che riflette lo sguardo luciferino del filosofo che con un occhio ti incanta, ti emoziona, ti eleva, con l’altro ti irrita, ti interroga, ti inchioda alla tua coscienza.
A Te, Spettatore-Lettore, “buono stomaco e buona dentatura”, questo Nietzsche ti augura!

Lino De Venuto

Rassegna Stampa