Factum Est

FactumEst

Factum est (1981) è un testo di straordinaria originalità ed impressionante vigore che arriva diretto al cuore della gente. E’ un monologo sulla vita, il monologo di un feto che chiede di venire alla luce, che chiede salvezza: una sorta di via crucis in 14 stazioni con frequenti riferimenti alla Bibbia e alla figura di Cristo. L’incipit è un insieme di balbettio confuso, sillabe sconnesse, suoni inizialmente incomprensibili, parole strascicate che lentamente danno vita a una delle opere più toccanti mai scritte da Testori: una storia narrata in prima persona da un feto nel grembo di sua madre, costretto a conquistare il dono della parola, per convincere i propri genitori (da noi rappresentati nelle diverse sonorità del violino) a non rinunciare a lui. Il drammaturgo ci mostra l’attimo esatto della creazione, che è insieme nascita di una nuova vita, ma anche atto di formazione della parola stessa: in questo senso Factum est non è solo una storia toccante del miracolo della vita, ma anche una sorta di manifesto teatrale. Il feto, fin dai primi istanti, esprime la sua gratitudine al padre e alla madre, cui si sente di appartenere: il padre però non riconosce un senso, una causa e un fine a quel piccolo e insignificante grumo di cellule, allora il feto rivolge il suo appello alla madre. C’è un richiamo alla responsabilità del padre che lo rifiuta e alla madre che non fa nulla per evitare “l’assassinio”: malgrado le suppliche il feto verrà soppresso.

Factum est è un urlo d’amore per la vita, contro tutte le forme di violenza che si esercitano sulla vita.

Lino De Venuto

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